Virginia Woolf non sarà con noi .. questa volta andiamo lo stesso.
In gita.
Al faro.
Al faro ci andiamo per vedere degli uccelli strani in realtà, non so se si può dire qui il nome un po' maleducato ma il dialetto perdona tante cose e camuffa, lascia sempre il dubbio che in realtà ci si riferisca ad al altro. Smardarol.
Sono dei gabbiani di dimensioni abbastanza piccole che non riescono a librarsi alle altezze dei gabbiani reali e per questo destinati a viaggiare a quote più basse, in scia alla specie evoluta più grande. Capita quindi che si nutrano di quanto cade verso terra .. si, insomma, ci siamo capiti. Questi uccelli dal destino un po' menomato, conosciuti dai locali del delta del Po di Goro, hanno un nome un po' strano. Smardarol.
L'idea della gita nasce il 1 maggio, mentre festeggiamo al Bocabarranca me e Angie e mentre giochiamo a "Lo sai che .." nel quale Eli eccelle e che scatena in Mau l'adrenalina da gara .. così ci racconta dell'uccello sfortunato e da lì parte l'organizzazione ..
La gita al faro la facciamo ad inzio giugno, in uno dei primi sabati con sole e caldo. Per arrivare al faro di Goro attraversiamo la bassa, le risaie di Iolanda di Savoia, Codigoro, Mesola, qualche ponte mobile fino all'argine ultimo oltre il quale non si può più procedere in macchina, ma solo in barca.
Che bello un posto dove si può arrivare solo in barca .. che bello un faro!
Il faro è da sempre stato una delle immagini a me più care, la luce nella tempesta, il riferimento per chi viaggia, il punto di arrivo o di sosta per chi arriva da lontano. Ma anche simbolo di natura selvaggia, per la sua posizione estrema, ai limiti della terra, al confine con il mare e l'orizzonte a metà tra la terra e il cielo.
Lighthouse, la casa della luce. Wow.
Il posto in cui abitano lupi di mare, vita spartana, a contatto con la natura, costretta dai ritmi della natura. Mi sarebbe sempre piaciuto vivere in un faro.
Così siamo arrivati al faro, la luce è abbacinante, la pelle ancora bianca riluce, la spiaggia che è riserva naturale è uno spettacolo di conchiglie, rami levgati dall'acqua e dal vento, qualche pezzo di plastica e qualche bottiglia portati dalle mareggiate.
Message in a bottle .. mm .. chissà chi mi pensa, chissà quale messaggio segreto è lì per me ..
Le conchiglie portate dal mare sembrano una via lattea sulla spiaggia d'argento .. i waterwoods sono amuleti e immagini dalle forme indigene ..
Camminiamo, respiriamo, raccogliamo rami e conchiglie e lo sguardo si perde all'orizzonte ..
Accaldati non ci facciamo mancare il cibo, del resto non si può andare all'avvistamento degli uccelli dal nome maleducato così, a stomaco vuoto. Pranziamo nel faro, con quello che c'è .. si .. ci piacerebbe .. siamo stati capaci di ordinare più della capienza delle nostre pance, pena crollare in una pennichella immediata poco dopo sulla spiaggia: con avvistamenti di ragazze russe anche loro un po' naturalistiche, qualche ragno, un signore che nel salire un muretto di rocce rovina a terra. Qualche allucinazione da caldo post pranzo.
Il tempo per dormire è poco ed è ora di partire, Valentino e Doriano ci aspettano .. la laguna pure ..
Abbiamo visto gabbiani, cormorani, aironi rossi, bianchi, abbiamo visto la laguna, l'isola dell'amore, siamo saliti al nuovo faro, fatto conoscenza con il grande ragno custode del faro ..
Nessun avvistamento di Smardarol.
Cominciamo a pensare che sia uno scherzo di Mau, che sia una leggenda dei lupi di mare del delta del Po di Goro .. una scusa per andare in gita al faro. Con gli amici, carissimi.
Un po' come Virginia Woolf che questa volta ha dovuto rimandare la sua gita con noi, la prossima volta sarà dei nostri, al timone della barca con una nuova storia da raccontare ..