domenica 24 febbraio 2013

Sebastião Salgado e i Nenets della Siberia


 'Quello che ci ha fatto sopravvivere in tutti questi centinaia di miglaia di anni è la nostra spiritualità, la connessione con la nostra terra.'

Le fotografie dei Nenets sono state scattate da Sebastião Salgadoper il libro Genesis che sarà pubblicato da Taschen in Aprile 2013 in concomitanza all'apertura della mostra Genesis al Natural History Museum  di Londra. Sia il libro che la mostra sono stati disegnati da Lelia Wanick Salgado.

Si tratta di un gruppo di 40mila persone che vivono a temperature di meno 40 gardi tra le nevi e i ghiacci della penisola di Yamal, le isole dell'Oceano Artico e la tundra sulla penisola di Kola, lungo il fiume Ob.
Vivono in simbiosi con l'animale più adattato di queste contrade, la renna, un'incredibile bestia che riesce ad orientarsi nelle tempeste di neve e perfino ad attraversare per chilometri fiumi ghiacciati che cancellano qualunque orizzonte intorno.
I Nenets del nord della Siberia sono un popolo Samoyedico e il nome significa "vero", "autentico" e sta per "uomo". Anche questo è un tratto comune ai popoli indigeni che siano amazzonici o papuasici, quello di autonominarsi "gli uomini", o meglio "i veri esseri umani".
Sono i depositari di una capacità umana di adattarsi alle situazioni estreme e di trasformarle nel proprio habitat.
Per questo sulle nevi e sui ghiacci in cui vivono costruiscono un'elaboratissima mitologia e una altrettanto elaborata spiritualità. Perchè gli elementi naturali, le aurore, le notti artiche, il nomadismo i grandi greggi di renne sono interrelati allo sciamanesimo che qui ha avuto origine.








Se la gente vive insieme su uno stesso territorio sviluppa una "naturale" solidarietà reciproca perchè essa fa parte della "adattabilità umana". Solamente se ci si aiuta e si distribuiscono le riorse, solamente se le renne sono gestite come bene comune è possibile sopravvivere. L'egoismo sparisce nelle tempeste di neve e al posto suo c'è l'allegria delle corse in slitta, delle feste annuali, le serietà dei rituali e dei canti, la profondità dei sogni collettivi nella notte polare.

Qual'è il ruolo di anziani, donne e bambini?
" C'è un grande rispetto per i vecchi, non lavorano e vengono curati da tutta la comunità. Molti poi diventano ciechi, la luce è fortissima durante il giorno e solo da poco hanno iniziato a proteggersi con occhiali schermati. Le coppie sono unite e c'è grande attenzione e amore per i bambini. "

Cosa pensa di aver imparato dai Nenets?
"Che la società occidentale è più stupida di quanto pensiamo. E ha dimenticato l'importanza della mobilità. Sfrecciamo sulle autostrade informatiche, ma siamo dievntati sempre più sedentari. E sempre più deboli."


Testo tratto dal reportage "Educazione siberiana" di Franco La Cecla (D Magazine n.829, La Repubblica 23 febbraio 2013).
Foto di Sebastião Salgado, ag. Amazonas/Contrasto

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